Danze verticali, performance in spazi che si svelano improvvisi all’interno di palazzi antichi, installazioni umane di corpi immobili, appesi ad elementi architettonici, coreografie che giocano con l’acqua delle fontane pubbliche e persino un camion come sede di performance, collocato al Porto Antico tra il via vai di gente che parte o arriva, e un’escavatrice quale partner di un duetto danzato: in dieci anni il Festival internazionale di danza in paesaggi urbani “Corpi Urbani/Urban Bodies” ha esplorato e interpretato Genova a partire dal corpo in movimento, scrivendo ogni volta una nuova mappa cittadina. Dal 6 all’8 settembre il Festival ritorna con un programma attento e intrigante, che si snoda nella città (con una coda a Finale Ligure il 9) attraverso un percorso itinerante di creazioni site specific, happening, e performance frutto di residenze coreografiche. Ideato e organizzato dall’Associazione ARTU (Arti per la Rinascita e la Trasformazione Urbana) per la direzione artistica di Eliana Amadio il Festival intende valorizzare lo spazio urbano invitando alla scoperta del territorio attraverso i più innovativi linguaggi del corpo. I protagonisti della decima edizione? 35 artisti internazionali e nazionali, con un occhio di riguardo alla giovane ed emergente danza d’autore. Le aree coinvolte? Il centro cittadino, con una giornata di appuntamenti a Palazzo Ducale e il ponente genovese - da Cornigliano a Voltri – interessato da un processo di grande trasformazione urbana e culturale.
Gli spettacoli
La giornata inaugurale, giovedì 6 settembre, si svolge a Voltri, tra piazza Odicini e il Parco di Villa Duchessa di Galliera: protagonisti quattro coreografi e sette danzatori di diversa provenienza che, sostenuti da una tematica comune, il proprio punto di vista sul passare del tempo, danno vita a tre creazioni site specific nell’ambito del progetto europeo DANCE CHANNELS, realizzato in collaborazione con il Festival Trayectos di Zaragoza e il Festival Urban Moves di Manchester. Se Temporary maps dei coreografi Aline Nari e Davide Frangioni/UBIdanza, è un lavoro sul mutamento di percezione della città dove sono i sogni e ricordi personali a ridisegnare il paesaggio urbano, Viva… del coreografo inglese Joseph Lau è una riflessione sulla vita e sui desideri non realizzati mentre Oltre la luna, della coreografa Marta Bevilacqua, esplora l’idea di spazio immateriale e di un amore che si proietta troppo lontano, oltre la luna.
La seconda giornata di Festival, venerdì 7 alle 21, si svolge nel cortile maggiore di Palazzo Ducale e sceglie il pubblico come interlocutore di un dialogo che vede protagonisti giovani danzautori italiani e un promettente talento originario di Taiwan: Andrea Gallo Rosso, Claudia Caldarano, Chiara Frigo, Cristiano Fabbri e Shang-Chi Sun.
“Corpi Urbani” si riappropria della periferia sabato 8 a partire dalle 17, scegliendo Villa Bombrini di Cornigliano per il progetto FACTORIES. Qui la compagnia Tecnologia Filosofica in Effetto Serra mette in scena un lavoro sui temi dell’ambiente mentre la performance Capricho della compagnia spagnola Senza Tempo immerge lo spettatore in un’atmosfera surreale dove l’acqua è elemento di piacere ma anche risorsa vitale. Estremo e insolito è invece il duetto tra una danzatore e un’escavatrice: la compagnia francese Beau Geste in Transports Exceptionnels interpreta appieno la relazione fra corpo e macchina in un’area in piena metamorfosi urbana, Cornigliano: un quartiere interessato da diversi cantieri che diventa vivaio artistico e laboratorio creativo a cielo aperto. In questo contesto il braccio dell’escavatrice, materno e mostruoso, gigantesco e al tempo stesso accogliente, si fa partner animato di una danza potente, estrema, perfettamente calata nello spazio urbano in divenire.
Le residenze coreografiche e i progetti con gli artisti del territorio
CRISTIANO FABBRI ha lavorato a Villa Bombrini di Cornigliano con i danzatori genovesi Serena Loprevite e Rocco Colonnetta della compagnia KoinèGenova, dando vita a un dialogo itinerante nei diversi ambienti della villa e del suo giardino.
ARTU ha attivato una collaborazione con Mosaico Danza/Festival Interplay di Torino per il progetto “shared choreographic residency”, un progetto di residenza condivisa tra due giovani coreografi (NICOLA MARRAPODI e Andrea Gallo Rosso) che hanno lavorato una settimana a Genova e lavoreranno una settimana a Torino per un evento di danza urbana site specific in location insolite.
ALINE NARI e DAVIDE FRANGIONI, della compagnia UBIdanza, mostrano il risultato del progetto europeo Dance Channels che li ha visti impegnati in due mesi di residenza creativa (tra Zaragoza, Manchester e Genova) con due danzatrici spagnole. Dance Channels è progetto europeo, sostenuto dal Programma Cultura 2007 - 2013 dell’Unione Europea e coinvolge il festival Corpi Urbani/Urban Bodies, il festival Trayectos di Saragoza e il festival Urban Moves di Manchester. Il progetto prevede che alcuni danzatori e alcuni coreografi condividano una fase di creazione, una fase performativa e alcuni momenti di scambio e confronto. Gli artisti selezionati sono in residenza, per un periodo variabile, nelle tre città coinvolte e lavorano nello spazio urbano e in relazione con alcune realtà associative del territorio.
Il film documentario DANCING CITIES
Sabato 8 settembre sarà presentato a Villa Bombrini di Cornigliano alle ore 19 il film documentario Dancing Cities, progetto europeo sostenuto dal Programma Cultura 2007- 2013 dell’Unione Europea in collaborazione con il circuito internazionale Ciudades que danzan. Iniziato già nel 2011, il progetto ha coinvolto diversi partner che condividono l’obiettivo comune di promuovere la danza contemporanea nei contesti urbani, analizzare la relazione tra architettura, danza e pubblico e la modalità con cui questa si applica alle diverse realtà in relazione al proprio territorio. Nelle città di Barcellona, Malmö, Swansea e Genova è stato girato un film documentario sulla danza e la città, con la regia del catalano Roger Gual: un viaggio poetico che avvicina lo spettatore alla geografia umana di ogni città, coinvolgendo una compagnia di danza locale: La Intrusa a Barcellona, Memory Wax a Malmö, Tanja Raman a Swansea e UBIdanza a Genova. Il progetto ha previsto, oltre alla realizzazione del film, l’edizione speciale della rivista Dancing Cities e diversi gruppi di studio: quello genovese ha coinvolto esperti nel campo dell’architettura (Brunetto Debatté), della sociologia (Fabio Poggi), della coreografia (Aline Nari) e dell’arte visiva (Cesare Viel) per riflettere sul ruolo dell’arte nello spazio pubblico e sul suo potenziale utilizzo come strumento di cambiamento sociale. Il tutto a partire da un’ idea della città come flusso.
Aline Nari: lo sguardo sulla città che cambia
“Genova non come insieme di oggetti architettonici, paesaggio o fondale, ma come creatura viva, polimorfa e polifonica, mutevole secondo la dimensione del tempo e dello spazio. Corpo centrale labirintico in dialogo con un corpo diffuso, periferico, melting pot multiculturale in cui si intravede l'emergere di interlocutori sempre meno marginali. A discapito della sua proverbiale chiusura, del suo essere sospesa tra il recente passato industriale e l'attesa di una nuova definizione, Genova è una città in movimento, ricca delle contraddizioni di una città mediterranea; è una frontiera attraversata ininterrottamente e trasversalmente da differenti tensioni dal punto di vista storico, estetico, sociale, politico”.
Alina Nari, di origine genovese, è una coreografa di danza contemporanea che lavora principalmente all’estero ma è anche uno dei nomi storici del festival “Corpi Urbani”. Fondatrice nel 2004 della compagnia UBIdanza, realtà indipendente che insieme con il coreografo e danzatore Davide Frangioni – proveneiente da una formazione nelle arti marziali - porta avanti un lavoro di ricerca sempre attraversato da una fresca originalità compositiva e da una rara delicatezza nel cogliere anche gli aspetti più brutali, la Nari ha cominciato a collaborare col Festival nel 2005 partecipando in seguito a tutte le edizioni. Tra le sue creazioni, nate da un attento confronto col territorio e da un’interazione con gli spazi destinati alla performance, è da segnalare Ospiti, che si è svolto in appartamenti privati, aperti ad una ventina di spettatori per volta. L’esplorazione di un diverso modo di percezione dello spazio e fruizione dell’evento artistico è proseguita lungo la mappa tracciata dai diversi luoghi del festival, dai palazzi storici ai cortili ai giardini delle ville messe a disposizione. E’ il caso del Parco Villa Duchessa di Galliera a Voltri, dove giovedì 6 settembre alle 18 si svolgerà Temporary maps, una creazione ideata nell'ambito del progetto di scambio internazionale Dance Channels, che ha visto la partecipazione di coreografi e danzatori inglesi, spagnoli e italiani e affronta il tema del passaggio del tempo legandolo ad una visione personale e straniata della città: una mappa temporanea in cui sogni e ricordi personali ridisegnano il paesaggio urbano trasformando tutti noi in surreali turisti.
La scalinata di Villa Bombrini a Cornigliano sarà invece, sabato 8 settembre ore 18,30 il terreno dei giochi coreografici di Principesse (on stairs): giovani donne di oggi, sognatrici disilluse e combattive che cadono, si rialzano, hanno il coraggio di nuovi sogni. Stars on stairs sarà presentato nel quadro di Métamorphoses, evento ideato da Lieux Public – Centre national de création nell'ambito di Marseille-Provence 2013, Capitale Europea della Cultura.
“Per leggere una città basta cercare le sue scale – spiega Aline Nari - Sedetevi in fondo ad una scalinata, guardate semplicemente i passanti che scendono e avrete già uno spettacolo coreografico in divenire”.